Una Katana giapponese di oltre 600 anni contrabbandata in Svizzera

A volte i controlli doganali possono svelare scoperte davvero inusuali. È quanto è successo a Zurigo, più precisamente a Benken, dove i collaboratori dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini hanno trovato un’antica spada giapponese da Samurai “Katana” del 1353 del valore d’acquisto pari a 650 mila Euro.

31.05.2022, Fabio Meroni, Nadia Passalacqua

L’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) ha condotto un’inchiesta penale doganale che ha interessato il fermo di un’antica spada giapponese. Il fatto è avvenuto nei pressi di Zurigo. Il singolare oggetto si trovava all’interno di un veicolo immatricolato in Svizzera alla cui guida vi era un cittadino elvetico accompagnato dalla figlia. La spada non era stata annunciata al momento dell’entrata in Svizzera attraverso il valico di Thayngen. Oltre alla Katana, è stato rinvenuto anche un antico libro, un contratto, la fattura di vendita nonché altra documentazione.

Gli inquirenti dell’UDSC hanno avviato un’inchiesta penale doganale nei confronti del cittadino elvetico. L’istruttoria ha permesso di accertare che il conducente del veicolo non fosse il proprietario della spada. In effetti aveva unicamente ricevuto l’incarico dal vero proprietario - per il quale l’uomo lavorava - di ritirare la spada a Stoccarda e trasportarla in Svizzera presso il suo domicilio. Gli interrogatori dei soggetti coinvolti non hanno potuto accertare il coinvolgimento di altre persone nell’infrazione.

Antikes_samuraischwert

Secondo le informazioni fornite dagli specialisti dell’UDSC nell’ambito dei disposti di natura non doganali, le spade antiche giapponesi potrebbero essere considerate beni culturali ai sensi della Legge federale sul trasferimento internazionale di beni culturali (LTBC). Questa ipotesi è stata confermata dall'Ufficio federale della cultura, con cui l'UDSC collabora in questi casi. La LTBC è volta a fornire un contributo al mantenimento del patrimonio culturale dell’umanità e a impedire il furto, il saccheggio e l’importazione e l’esportazione illecite dei beni culturali. Il perseguimento penale delle infrazioni alla LTBC è di competenza dei Cantoni, spetta pertanto al Ministero pubblico cantonale perseguirle. I collaboratori dell’UDSC hanno dunque annunciato al Ministero pubblico competente quanto accertato in sede d’inchiesta.

Il Ministero pubblico di Sciaffusa ha quindi emanato un decreto d’accusa per l’infrazione alla LTBC infliggendo all’uomo una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere di 100 CHF sospese con la condizionale per due anni, nonché una multa pari a 300 franchi, reclamando inoltre 300 CHF di spese.

L’UDSC, dal canto suo, ha incassato a mezzo di una decisione formale di riscossione posticipata poco meno di 54 000 CHF di IVA allestendo nel contempo nei confronti del soggetto controllato un atto d’accusa per infrazione alla LIVA. L’uomo rischia ora una pesante sanzione che può raggiungere 800 000 CHF.

Ancora un esempio di come la collaborazione tra diverse autorità sia indispensabile e porti al raggiungimento degli obiettivi prefissati in ogni ambito di competenza.

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