Centrali d’intervento dell’UDSC: al centro degli eventi, ma dietro le quinte

Mantenere sempre la visione d’insieme, operare dietro le quinte, fornire supporto alle forze al fronte: questi sono i compiti quotidiani dei collaboratori delle centrali d’intervento (CI). Forum D. è andato a visitare la CI Est a Coira.

07.06.2023, Tabea Rüdin

Entrando nell’ampio locale della CI Est, equipaggiato con molti schermi e dotato di un’ampia finestra che dà sulle imponenti montagne grigionesi, si viene accolti da un silenzio carico di concentrazione. E ciò nonostante il fatto che tutti i collaboratori che attualmente prestano servizio siano occupati al telefono, come indica la luce rossa accesa alle loro postazioni di lavoro. Qui si presta servizio nel vero senso della parola, come ci spiega Michael Patt, specialista centrale d’intervento, non appena conclude la chiamata: «In primo luogo siamo un sostegno per i colleghi al fronte, affinché essi possano concentrarsi sulla situazione in loco. Per loro effettuiamo ad esempio chiarimenti dietro le quinte oppure forniamo il supporto adeguato». La sicurezza dei collaboratori sul terreno ha sempre la priorità. In caso di eventi la centrale d’intervento fa inoltre in modo che tutti i collaboratori coinvolti dispongano delle stesse informazioni necessarie. Michael è uno dei tre collaboratori della CI Est che questo giovedì pomeriggio ha la visione d’insieme sulla zona di confine che si estende da Goldach (SG) fino a tutto il Canton Grigioni. Per fare ciò, la centrale d’intervento deve ricevere tutte le informazioni necessarie per poter avere una panoramica della situazione in loco. Michael aggiunge: «Solo agendo in questo modo possiamo prendere le giuste decisioni». Anche i quattro schermi su ogni scrivania aiutano Michael e i suoi colleghi a mantenere la visione d’insieme. Lo specialista spiega: «Sugli schermi vediamo quali impieghi sono in corso e dove sono le unità disponibili per l’assegnazione, consultiamo le liste di controllo e di collegamento e molto altro ancora». Naturalmente verbalizzano anche ogni fase, in modo che tutte le decisioni siano in seguito tracciabili, a dipendenza del caso anche dinanzi a un tribunale.

Il territorio della CI Est si estende dai Grigioni fino al lago di Costanza e comprende anche il Cantone di San Gallo e il Principato del Lichtenstein.

Piattaforma nazionale e internazionale

Fabian Christoffel, capo della CI Est, spiega che negli ultimi decenni il lavoro è diventato molto più complesso: «Se una volta bastava un bloc-notes e una matita, oggi è richiesto il multitasking». Pertanto è importante che i collaboratori dispongano di ampie conoscenze specialistiche e che sappiano lavorare autonomamente. La consulenza dei capi impiego rientra infatti nei loro compiti come pure la conduzione degli impieghi nel quadro di misure immediate fino a che non viene assunta dal capo impiego al fronte. I chiarimenti, ad esempio relativi a persone o veicoli, possono anche andare oltre i confini nazionali: tramite l’ufficio di collegamento con l’Austria, la CI Est ha un contatto diretto con il Paese limitrofo. Fabian afferma: «Grazie alla stretta collaborazione, il flusso transfrontaliero di informazioni si svolge in modo relativamente rapido». La centrale d’intervento può anche ricevere richieste dall’estero, ad esempio da ground marshal stazionati in Paesi lontani o da collaboratori Frontex svizzeri. La CI non è «soltanto» un punto di contatto o SPOC («Single Point of Contact») per i collaboratori e per le organizzazioni partner a livello nazionale e internazionale, bensì, in linea di massima, per tutti: «Ad esempio, le chiamate ai numeri affissi presso i valichi di confine non occupati giungono a noi, così come ci vengono reindirizzate anche le chiamate effettuate ai valichi di confine al di fuori degli orari di imposizione». Le richieste in entrata sono molto diverse tra loro: genitori che non hanno un documento d’identità per il loro bebè, conducenti di pullman che non sanno come pagare la TFTP, viaggiatori che vogliono sapere se il passo del Maloja è aperto e, naturalmente, anche le misure legate al coronavirus sono state un tema importante. Fabian aggiunge: «Aiutiamo nel modo migliore e più rapido possibile o, se necessario, indichiamo l’ufficio competente a cui rivolgersi, così da poter offrire un buon servizio ai viaggiatori con un onere esiguo».

I collaboratori della centrale d’intervento hanno una visione d’insieme sullo stazionamento delle unità nel loro territorio e, in caso di un evento, sanno se sono disponibili per l’assegnazione o sono già occupate.

D’un tratto un allarme rompe il silenzio della centrale d’intervento: un veicolo ricercato sta per varcare il confine, ma risulta essere un falso allarme. Le quattro centrali d’intervento dell’UDSC coordinano infatti anche le ricerche nazionali, ad esempio in caso di rapimento di minori, ricerca di delinquenti o sospetto di contrabbando di stupefacenti. Di primo acchito il locale della CI Est a Coira sembra tranquillo, ma è solo poiché qui lavorano persone che mantengono il sangue freddo quando vigilano su quanto accade fuori, raccolgono e inoltrano informazioni in modo mirato e, se necessario, intervengono: a volte rapidamente, spesso in parallelo e sempre con l’obiettivo di fornire supporto nel miglior modo possibile.

Nel territorio della CI Est si trovano sia l’Engadin Airport che l’aeroporto di Altenrhein (SG): quando arrivano voli non Schengen, la torre di controllo contatta la centrale d’intervento che organizza un team per il controllo.

Le centrali d’intervento dell’UDSC

L’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) dispone di quattro centrali d’intervento operative sul territorio svizzero: a Basilea, Coira, Bellinzona e Ginevra. Nella regione Est, alla centrale d’intervento è annesso, dal punto di vista operativo, l’ufficio di collegamento con l’Austria. Nelle altre regioni, l’ufficio di collegamento (con la Germania) e i Centri di cooperazione di polizia e doganale (CCPD con l’Italia e la Francia) sono indipendenti, dal punto di vista organizzativo e operativo, dalla centrale d’intervento. Le centrali d’intervento, occupate 365 giorni all’anno e 24 ore su 24, registrano ogni giorno circa 100‒150 eventi.

L’anello di congiunzione tra le quattro centrali d’intervento è l’apposito servizio specializzato a Berna. Esso è responsabile, dal punto di vista specialistico, delle centrali d’intervento e si occupa dell’architettura tecnica dei sistemi nonché dello sviluppo conforme alle esigenze del sistema di aiuto alla condotta.

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